Quando i figli vanno a vivere da soli è un grande passo di crescita e indipendenza per loro, ma anche per noi genitori.
Valeria durante gli anni dell’Università ha fatto per il primo anno la pendolare e per i successivi un contratto di affitto studenti con altre due coinquiline.
L’appartamento era in condivisione: ognuna aveva la sua camera da letto e il resto della casa in comune.
Tra Valeria, Martina e Mariagrazia, si è instaurato un bellissimo rapporto, come se fossero sorelle.
Sono stati anni meravigliosi, preziosi e indimenticabili!
In questi anni hanno condiviso davvero di tutto, mentre ognuna proseguiva con i propri studi, tutti diversi e tutti conclusi con successo.
Poi è arrivata la pandemia, proprio quando Valeria si è laureata.
Tutte e tre le ragazze hanno fatto ritorno ai loro Paesi d’origine, lasciando la maggior parte delle loro cose nella casa in cui avevano vissuto insieme e valutando il da farsi.
Sono stati due anni duri per tutti, ma per noi con la serenità di essere uniti e insieme e la possibilità di sfruttare questo periodo per risparmiare su tante spese (io tanto lavoravo da casa).
Nel frattempo tra le coinquiline la vita è andata avanti. Tra famiglia, fidanzamenti e ricerca di lavoro.
Ognuna delle sorelle/coinquiline ha trovato la sua dimensione e la sua strada.
Valeria è riuscita a trovare lavoro e, dopo il periodo di tirocinio, è stata assunta con grande soddisfazione (e orgoglio di mamma e fratelli!).
Ora Valeria lavora in una società di consulenza informatica, il lavoro è perlopiù in smart-working, con sede a Milano.
Trovare casa a Milano è impossibile, troppo costoso, anche in periferia.
Inoltre Valeria a Torino ormai ha la sua vita ed è vicina a Ivrea, dove viviamo noi, tornare a trovarci è facile e veloce.
Perciò, terminato il periodo peggiore della pandemia, Valeria si è messa alla ricerca di un monolocale a Torino in cui andare a vivere da sola.
Durante la ricerca io ero felicissima di vederla sicura, attenta, propositiva e che non perdesse mai la fiducia, neanche quando gli alloggi che sembravano perfetti sulla carta, poi si rivelavano delle “topaie”.
Mi rendeva felice sia vederla autonoma e determinata nella ricerca, sia che mi conivolgesse sempre per un parere e per andarle a vedere.
Un bellissimo periodo di prima età adulta in cui si raccolgono i frutti della crescita insieme mamma e figlia.
Tra tre mesi Valeria compirà 27 anni, il lavoro va bene e la vedo adulta in tutto e per tutto.
Una vita adulta felice, realizzata, autonoma e ancora con spazi di divertimento e svago.
La guardo e penso che sono felice delle sue scelte, che alcune avrei dovuto farle anche io alla sua età e forse i miei errori a lei sono anche serviti per evitarli.
Gli errori servono a questo: a imparare qualcosa.
E se questo qualcosa serve sia a chi ha fatto scelte sbagliate in gioventù e a chi si ama e ha cresciuto come genitore, non si può essere più che felici e soddisfatti.
Buona vita, Valeria amore mio!